Le mie sollecitazioni al ministro della Giustizia, più propenso agli annunci che alla gestione della Cosa Pubblica.
Meno trionfalismi, più lavoro e concretezza. E’ questo contenuto del mio intervento alla Camera con cui mi sono rivolta al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Una sollecitazione rivolta all’esponente grillino già numerose volte da più parti, a nome di una politica stanca del vuoto trionfalismo a cui ci ha abituati da tempo il Movimento 5 Stelle.
Non ritengo – infatti – serio sventolare come “riforme epocali” interventi normativi come il “Codice rosso”: l’Italia ha bisogno di misure più serie e le mancanze del nostro sistema sono parecchie. Non è rispettoso lasciare che gli agenti penitenziari lavorino in perenne carenza di organico e senza divise e sempre con costanti problemi di sicurezza. Non è giusto che, a fronte dei dati sul sovraffollamento carcerario diffusi dal ministero della Giustizia, non si proceda al rimpatrio dei detenuti stranieri che affollano le nostre carceri. FdI ha presentato una risoluzione che è stata approvata, ma ancora si attende la stipula dei trattati o degli accordi bilaterali.
Secondo il nostro partito, è prioritario il potenziamento delle risorse da destinare alla Polizia Penitenziaria e all’edilizia giudiziaria, così come sono necessari altri interventi come lo scorrimento delle graduatorie degli assistenti giudiziari, la disposizione di un equo compenso per gli avvocati, la separazione delle carriere in magistratura.
Serve, infine, una riforma autentica del processo penale e civile (che dia ai due riti tempi di durata certi e ragionevoli nel rispetto della Costituzione) ed è necessario – a garanzia del giusto processo- ripristinare l’istituto della prescrizione.
Finché nessuno di questi provvedimenti vedrà luce, i proclami, gli annunci, i post sui social del ministro Bonafede non saranno altro che spot di una Giustizia evanescente, utili solo a coprire l’incompetenza e l’inconcludenza del modus agendi grillino.