Il 12 giugno, circa 9 milioni di elettori saranno interessati dalle elezioni amministrative che si terranno per un totale di 978 comuni. Nel dettaglio si voterà in 142 comuni superiori a 15mila abitanti, di cui 26 capoluoghi, e in 836 comuni pari o inferiori a 15mila abitanti.
Il 12 giugno è anche il giorno in cui tutti i cittadini italiani sono chiamati al voto per esprimere il proprio parere sui referendum abrogativi sulla giustizia. Nello specifico, gli italiani si esprimeranno su cinque quesiti:
- l’abolizione della cosiddetta “legge Severino”, che stabilisce l’incandidabilità di politici e amministratori locali condannati;
- la limitazione del procedimento di custodia cautelare, ossia la carcerazione preventiva prima della sentenza definitiva;
- la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri;
- l’eliminazione delle firme per le candidature al Consiglio superiore della magistratura (Csm);
- la possibilità per gli avvocati di contribuire alla valutazione dei magistrati.
Dopo le vicende del c.d. caso Palamara, per Fratelli d’Italia si pone la necessita per l’inizio di un processo di riforma della magistratura volto soprattutto a scardinare il sistema delle correnti. Ma, a differenza di altri soggetti politici, per FDI si pone l’esigenza di riflettere maggiormente su due dei cinque quesiti oggetto del referendum, figli più della legittima cultura radicale che di quella della destra nazionale.
Nello specifico, il riferimento è da una parte al quesito sulle misure cautelari, dall’altra a quello sulla legge Severino, proposte per le quali FDI esprime un parere contrario.
Al di là delle motivazioni, più o meno condivisibili, a ben vedere la proposta referendaria sulla carcerazione preventiva impedirebbe di arrestare spacciatori e delinquenti comuni che vivono dei proventi dei loro crimini. Come tutti sanno, noi vogliamo fermare la criminalità senza indugio alcuno.

Allo stesso modo, la legge Severino deve essere modificata per le sue evidenti storture, ma la sua totale abolizione significherebbe un passo indietro nella lotta alla corruzione, perdipiù si correrebbe il rischio di consegnare, ad alcuni magistrati, il potere di scegliere quali politici condannati far ricandidare e quali invece interdire dai pubblici uffici.
Da sempre, per la destra italiana la sicurezza e la lotta alla corruzione sono valori non negoziabili. Pur essendo tutti i quesiti mossi da ragioni comprensibili, rispetto alle due proposte referendarie citate, ovvero la limitazione del procedimento di custodia cautelare e l’abolizione della c.d. “legge Severino”, temiamo che le conseguenze possano creare ulteriori storture.
Per questo motivo FDI fa un distinguo rispetto ad altri soggetti politici, posizioni che ho ribadito il 20 maggio scorso durante un’intervista rilasciata al telegiornale online della rete televisiva “Cusano Italia tv”.
L’invito che noi stiamo rivolgendo ai nostri elettori è quello di andare a votare massicciamente per questi referendum, dando un’indicazione di voto parzialmente diversa da quella dei promotori.








