Resoconto Stenografico
Grazie, Presidente. Noi approfittiamo di questo spazio dedicato alla discussione generale sul provvedimento con la consapevolezza amara, ovviamente, che sarà preclusa altra discussione relativa all’esame delle proposte emendative, poiché, anche su questo provvedimento, il Governo sceglierà di porre la questione di fiducia. Noi contestiamo questo modo di procedere, perché è un modo di procedere che non ha alcuna giustificazione, almeno apparente, considerati i numeri di questo Parlamento che, giova ricordarlo, sono probabilmente quelli della maggioranza più ampia che la storia repubblicana ricordi. Non ha alcuna motivazione neanche politica, poiché questi provvedimenti dovrebbero essere il frutto di una incessante attività di ascolto che tutti, maggioranza e opposizione, dovremmo svolgere, almeno noi di Fratelli d’Italia lo facciamo quotidianamente nei confronti dei singoli cittadini e delle categorie. Quindi, è una questione di fiducia che, ancora una volta, mortifica il ruolo del Parlamento, peraltro in spregio alle raccomandazioni del Presidente Mattarella, che ha invitato questo Governo a valorizzare l’attività del Parlamento, sia quella propulsiva sia quella emendativa; tutte vengono sistematicamente mortificate. Questo, ovviamente, crea un problema, perché si dà la percezione ai cittadini che vi sia uno scollamento tra chi governa e chi vive la nostra Nazione.
Allora, quando io sento parlare di semplificazione, una delle Missioni del PNRR, coniugata con l’innovazione, con la digitalizzazione, io sorrido perché, come tanti di voi, ascolto ogni giorno le imprese che operano nel settore edilizio, ascolto i rivenditori di materiale per questo specifico comparto e tutti mi dicono “guarda, c’è la sensazione che ci considerino quasi una sorta di ufficio di disbrigo pratiche, perché loro non sono nelle condizioni di fare i controlli”. Allora, effettivamente, è possibile che non ci si renda conto che le frodi, il malaffare, la corruttela albergano laddove i procedimenti sono più complicati? È possibile mai che non ci si renda conto che, nell’interazione tra pubblico e privato, bisogna semplificare proprio per evitare anche solo la tentazione di comportamenti del genere?
Cosa voglio dire? Che se, per usufruire del 110 per cento, la quantità di documentazione da esitare è tale da scoraggiare anche il più volenteroso, è evidente che un problema c’è, perché, il Governo Draghi si è potuto vantare di un 6,2 per cento in più nel prodotto interno lordo, a fronte dell’originaria previsione del 6 per cento. E qui, Presidente, mi sia consentito un inciso, perché con il precedente Governo, il secondo Governo Conte, vi era una previsione di miglioramento del prodotto interno lordo del 6 per cento. Se il grande cambio con il Governo dei migliori ha portato un miglioramento del 6,2, quindi appena lo 0,2 per cento in più delle previsioni, probabilmente, tutto questo lavoro straordinario non c’è stato, tutto questo lavoro da parte del Governo cosiddetto dei migliori, autoproclamatosi dei migliori, evidentemente non c’è stato, perché, probabilmente, quello che gli italiani si aspettavano da un Governo che ha trovato quasi nella salute pubblica la sua ragion d’essere sicuramente non era uno 0,2 in più rispetto alle previsioni, ma era molto altro.
E torno a questo dato del 6,2 che, in larga misura, è costituito proprio da questi , che hanno attivato uno specifico comparto e, con esso, tutto l’indotto che attorno a questo comparto gravita. Ebbene, volere demonizzare, volere bollare come causa di frodi e truffe questo , che è lo stesso che ha consentito a questo Governo di vantare una ripresa economica – che diciamo è soltanto cartolare, vi assicuro che non si percepisce girando per le strade delle nostre città – è qualcosa che non funziona. Perché? Perché questo Governo, come al solito, fa dei provvedimenti non riuscendo a prevedere dei meccanismi che, , consentano il regolare svolgimento di queste procedure, consentano l’erogazione senza problemi di questi fondi. Sono scene che abbiamo già visto anche con altri sussidi e altre forme di sostegno, perché vi è l’abitudine di complicare le cose all’inverosimile, non considerando che – questo ce lo insegnano addirittura gli antichi romani -, laddove la macchina amministrativa, laddove la macchina pubblica è più complicata, là si annida più facilmente l’occasione di corruzione.
Quindi, basterebbe semplificare, invece di complicare. E, poi, la programmazione: è impensabile costringere interi settori dell’economia reale del nostro Paese a vivere alla giornata. Pensiamo a chi opera, appunto, nel settore dell’edilizia e deve programmare degli investimenti; ovviamente fa affidamento su un mercato che non è un mercato di consumo estemporaneo, ma è un mercato che riguarda il bene duraturo per antonomasia, ossia la casa, un immobile. Quindi, è difficile immaginare che chi vende le ceramiche per i rivestimenti, chi ha delle imprese, chi vende i servizi a queste società, che tutto questo macrocosmo si muova con provvedimenti che cambiano alla giornata, con banche che dall’oggi al domani non possono più acquistare il credito, con norme sulla cessione del credito che, in realtà, non colgono nel segno, ma semplicemente complicano le cose e generano quell’incertezza tale per cui il cittadino, che in definitiva dovrebbe essere il motore di questo meccanismo, si ferma. E, allora, se si ferma il motore, si ferma la macchina, ma come si fa a non capire una cosa elementare come questa? Vede, sono in grande stato di agitazione tutte le imprese che operano in questo settore, quelle stesse imprese che hanno consentito al Governo dei migliori di appuntare sul proprio petto la medaglietta di quel 6,2 di prodotto interno lordo.
Allora, nei confronti di queste imprese che sono non numeri, ma uomini, donne, famiglie, persone che hanno la necessità di una vita stabile, un orizzonte lavorativo sereno, questo Governo – con provvedimenti altalenanti, con decisioni poi revocate, con istituti che poi vengono sovvertiti dall’oggi al domani, senza consentire a chi ne usufruisce un minimo di programmazione – non fa altro che minare la stabilità di questo Paese e lo fa, oggi, con questo comparto economico, ma in generale è la mancanza di visione quella che spaventa, perché noi, oggi, ci ritroviamo a discutere di un provvedimento del 27 gennaio scorso che è nato già vecchio, è nato già fuori dal tempo e lo è ancora di più dopo due mesi. Si pensi, ad esempio, alla questione del caro energia, si pensi alle imprese e alle strutture cosiddette energivore che da due mesi attendono soluzioni che non solo non arrivano nella misura e nella forma sperata, ma quando arrivano, ancora una volta, hanno un orizzonte temporale brevissimo. Questo orizzonte di tre mesi non consente a chi fa impresa di programmare, quindi, è questo quello che manca a questo Governo: una visione, e questo preoccupa in una fase storica come questa, in cui la grande, meravigliosa macchina Italia ha bisogno di una guida sicura, una guida che abbia una bussola, perché l’occasione irripetibile del PNRR – che come è noto si tratta di denaro preso in -, in mancanza di una visione, è un’occasione perduta e lo sarà invariabilmente se continuiamo così, se continuiamo a portare nelle Aule del Parlamento italiano dei provvedimenti bloccati, dei provvedimenti che superano il guado delle Commissioni con una maggioranza litigiosa, una maggioranza all’interno della quale – è inutile dirlo – si confrontano opposte visioni, si confronta una visione vetero-statalista contro una visione che non vede nel privato un nemico da abbattere, ma al contrario un prezioso alleato per l’economia di questa nazione. Ecco, noi riteniamo di appartenere a questa seconda categoria e siamo francamente molto preoccupati, perché la pervicacia con cui vengono realizzati questi provvedimenti che non risolvono nulla è davvero straordinaria.
L’articolo 1 di questo provvedimento, che riguarda le sale da ballo, quindi tutto il comparto dei grandi eventi, è proprio l’emblema di una mancanza di visione, perché proprio questo comparto è uno di quelli che nei due anni di pandemia è stato più fortemente colpito dalle misure restrittive e per cui, ancora oggi, non si prevede una effettiva ripartenza e, quindi, si immaginano degli aiuti. Però a tutto questo fa ovviamente da contraltare, ancora una volta, la mancanza di visione, perché quando più avanti nel provvedimento si menziona il Fondo del turismo si dimentica che proprio il turismo, che muove quasi credo il 15 per cento del prodotto interno lordo, ha avuto dei problemi serissimi come comparto, che Fratelli d’Italia ha denunciato prontamente e a più riprese, perché anche quello è un settore in cui ci vuole programmazione.
I grandi che muovono le masse di turisti hanno bisogno di certezze, lo ricordo a questo Governo, come anche a quello che l’ha preceduto, perché su questo come su tante altre cose c’è stata una continuità perfetta tra i due Governi. Il turismo, come dicevo, ha bisogno di programmazione, allora questo cambiare le regole a ogni passo, questo rendere le nostre città meno allettanti sotto il profilo turistico rispetto ad altre città europee nello stesso periodo di pandemia, con provvedimenti come il , il rafforzato, il super , il mega , ha comportato che importanti quantità di flussi turistici siano state dirottate altrove ed è un fatto normale. Quindi, i problemi che ora voi provate a colmare rimpinguando il Fondo del turismo sono problemi che avete creato voi, non li ha creati la pandemia o, per meglio dire, li ha creati la vostra sgangherata gestione di questa pandemia.
Questo gli italiani ormai lo capiscono, perché se il Presidente Draghi impone questo dicendo che così si ha la certezza di trovarsi tra persone non contagiate e non contagiose e, poi, i dati svelano l’esatto contrario, e in virtù di questa logica con questo lasciapassare si è paralizzato un segmento importante della nostra economia, allora, questo costituisce un problema. Se sono i fatti a smentire le vostre politiche questo costituisce un problema, non certamente per il partito di opposizione che, ovviamente, puntualmente, trova nei fatti la conferma della bontà delle proprie proposte, ma costituisce un problema per gli italiani che sono poi i destinatari o, per meglio dire, le vittime dei vostri provvedimenti.
Allora, rispetto a tutto questo, noi ancora una volta non vediamo una visione su come dovrebbe ripartire, ad esempio, il settore manifatturiero italiano, distrutto da questo problema del caro energia e chiaramente amplificato dai venti di guerra che soffiano dal Nord-Est e rispetto al quale le soluzioni prospettate e messe in campo da questo Governo sono poco più che un solletico. Allora, evidentemente, non si è ben capito qual è il dramma che stanno vivendo i nostri imprenditori, che pensano di chiudere, che pensano di fermare le loro produzioni, che pensano di mandare a casa i propri dipendenti, che pensano di non avere davvero il modo di affrontare questa esplosione dei costi di produzione rispetto ovviamente ai ricavi che grosso modo resteranno normali.
Anche su questo provvedimento si ravvisa una totale incapacità di guardare al futuro e di dare una speranza agli italiani. Fratelli d’Italia, in occasione del dibattito al Senato, ha con i propri emendamenti provato a migliorare questo provvedimento. Larga parte ovviamente degli emendamenti è stata bocciata; qualcuno, forse, giusto un paio, sono stati approvati, come quello per la riapertura della rottamazione- e per il saldo e stralcio che – come ho ascoltato anche dai banchi della maggioranza – è sicuramente un provvedimento importante che darà respiro a tantissimi italiani ed è frutto di un emendamento dell’opposizione, o quello per la riduzione dei costi dell’energia per chi ha nella propria abitazione delle macchine che garantiscono il mantenimento in vita di soggetti ammalati, anche questo è il frutto di un emendamento di Fratelli d’Italia.
Quindi, evidentemente, il nostro contributo, quando viene tenuto in considerazione, è in grado di incidere su un provvedimento ed è in grado di modificarlo. Ma l’impianto di quel provvedimento è il frutto di una mancanza di programmazione, di una volontà di vivere in maniera così estemporanea, di tirare a campare, probabilmente, fino alla fine della legislatura, perché poi, diciamolo chiaramente, noi parliamo di un orizzonte temporale che è quello della Nazione, che è quello della ripartenza, che è quello degli imprenditori che vogliono uscire dal guado, ma questo Governo tira a campare perché l’unico orizzonte temporale che conosce è quello della fine della legislatura. Una volta eliminato il pericolo – per voi, ovviamente non per noi, che le chiedevamo già, quando eravamo con meno favore da parte dei sondaggi – delle elezioni anticipate, ormai l’unico obiettivo è quello di arrivare alla fine naturale di questa legislatura. E c’è sempre un accanimento, quasi, contro determinate categorie, ad esempio i tecnici hanno lanciato un allarme importante, io stessa avevo predisposto diversi emendamenti, che ovviamente non mi resta altro che tradurre in ordini del giorno. Le reti delle professioni tecniche hanno diffuso a noi parlamentari delle note con cui esprimevano tutta la loro preoccupazione. Preoccupati perché? Perché, a fronte di un aumento delle frodi e delle truffe legate ai nel settore dell’edilizia – sui quali, ripeto, la nostra ricetta è semplificare e non complicare e reprimere, perché quando si reprime probabilmente il danno è già stato fatto, quindi l’unico modo per prevenire fenomeni corruttivi e fenomeni di truffa è quello di semplificare – la soluzione del Governo qual è? La soluzione del Governo è scaricare quella che si potrebbe chiamare una sui tecnici, che sicuramente costituiscono un meccanismo importante del grande momento dei , perché l’ingranaggio delle asseverazioni costituisce un momento importante in quanto consente di ottenere l’erogazione, insieme a tutta un’altra serie di passaggi. Però la sensazione è che lo Stato, che è consapevole di non riuscire né a semplificare, né a controllare, voglia scaricare su di loro, con delle sanzioni che appaiono oggettivamente sproporzionate, con delle sanzioni che rischiano anche di mettere, ad esempio, a repentaglio la loro copertura assicurativa, come è noto, con delle sanzioni che avranno come conseguenza o rischiano di avere come conseguenza che tantissimi decideranno, per come sono formulate le obbligazioni poste a loro carico, di sottrarsi a questo mercato, il quale costituisce anche per i professionisti, un’importante fonte di sostentamento, perché, come ho detto prima, questi hanno avuto l’effetto di rimettere in cammino una grande filiera che comprende tutti coloro che partecipano alla realizzazione di lavori di natura edilizia. Noi ravvisiamo che, nonostante la mole di risorse in deficit che sono state impiegate, prima dal Governo Conte e poi dal Governo Draghi, e nonostante la decantata ripresa economica, che, come ho detto prima, è appena lo 0,2 in più del previsto, quindi il contributo del Governo dei migliori è lo 0,2 rispetto alle previsioni, nonostante la valanga di denaro che arriva con queste risorse in deficit, nonostante tutto, il settore produttivo nazionale continua ad attraversare un periodo complicato, tra il caro energia e l’assenza di prospettive. Un periodo che rischia di essere fatale per comparti come quello del turismo, come quello dell’intrattenimento, della ristorazione, del commercio. Il caro energia, il caro gas, il caro carburante e l’inflazione generalizzata sono dei fattori, l’ho detto prima, l’ho spiegato in parole semplici, che rischiano di creare uno stop produttivo. Ci sono tantissime imprese che pensano di cessare la propria attività. E io credo che la desertificazione economica, in questo momento storico, sia l’ultimo dei rischi che l’Italia si possa permettere di correre. Questo che noi esaminiamo è un decreto insufficiente, superato non solo dagli eventi interni, ma anche dagli eventi al di fuori dei nostri confini, e soprattutto contiene delle misure non risolutive, ma soltanto misure tampone per tirare a campare qualche altro mese e poi servirà un altro provvedimento. Nel frattempo, il grande rubinetto delle risorse in deficit si asciugherà sempre di più. Noi non vediamo degli investimenti di tipo strutturale. Avremmo voluto, anche con i nostri emendamenti, contribuire al dibattito, favorire il miglioramento – perché no? – di questo provvedimento, ma ancora una volta, con la decisione di porre la questione di fiducia, noi davvero non abbiamo altra scelta. Il nostro lavoro qui non è tanto quello di ostacolare l’approvazione dei vostri provvedimenti, anche perché nessuno ve lo può impedire dati i numeri che ci sono in quest’Aula, quindi non c’è un problema numerico per questa maggioranza. Noi però abbiamo il dovere di portare qui dentro la voce di chi sta fuori dal Palazzo. Noi abbiamo il dovere di portare qui dentro la voce di tantissimi lavoratori e di tantissimi imprenditori, che sono fortemente preoccupati da una politica che sembra non avere davvero una visione complessiva, come quella che voi state mettendo in campo ancora una volta con questo provvedimento. I dati che sono stati diffusi da uffici studi assolutamente accreditati rassegnano una realtà molto preoccupante, con circa mezzo milione di posti di lavoro messi a repentaglio. E io credo che, ancora una volta, nel grande marasma di “decreti Sostegni” e “decreti Ristori” che hanno caratterizzato questi due anni di pandemia, si perda di vista un particolare: molto spesso – ed è una cosa che noi abbiamo fortemente contestato anche quando ci fu il periodo delle chiusure – si è andati avanti per codici Ateco, quindi per una classificazione che spesso nulla ha a che vedere con le realtà produttive; una classificazione che rischia di fuorviare rispetto ai destinatari di queste risorse e alle necessità dei destinatari di queste risorse. Ancora una volta, purtroppo, in questo provvedimento, non si ravvisano dei passi in avanti rispetto a quel meccanismo di erogazione degli aiuti che noi, fin dall’inizio di questa pandemia, abbiamo fortemente criticato.
In definitiva, la questione di fiducia rivela una grande debolezza da parte di questo Governo: la grande debolezza di un Governo che è un gigante che poggia su piedi d’argilla. I piedi d’argilla sono quelli di una maggioranza talmente eterogenea da litigare su ogni questione, proprio perché animata da contrapposte visioni dell’economia e del futuro di questa Nazione. Allora noi troviamo francamente inaccettabile che questo Governo, che si regge in piedi sui numeri che quest’Aula ormai ben conosce, con Fratelli d’Italia come unico partito di opposizione, non riesca davvero ad affrontare un dibattito qui dentro. Questa è una cosa inaccettabile. La domanda che io mi pongo e pongo, ovviamente, suo tramite, Presidente, al Governo è: ma davvero di cosa avete paura? Qual è il motivo per cui continuate a porre questioni di fiducia, abbattendo la mannaia su questo dibattito parlamentare? Perché ogni volta ci costringete alla pantomima degli ordini del giorno?
Questo, infatti, sono gli ordini del giorno: una pantomima, perché sappiamo che non hanno valore cogente. Sono impegni che il Governo assume e abbiamo visto quanto questo Governo sia nelle condizioni di rispettare gli impegni che assume.
Quindi, la domanda è: ma questo Governo, il Governo dei migliori, esattamente di cosa ha paura? Fratelli d’Italia è l’unico partito di opposizione che porta qui dentro le legittime istanze degli italiani. Noi non difendiamo interessi di parte; noi difendiamo gli interessi dell’Italia e tutto questo lo troviamo inaccettabile.
Non è tollerabile che ogni provvedimento che abbia un rilievo economico significativo e che, quindi, sia in grado realmente di incidere debba passare attraverso la questione di fiducia. Non è tollerabile, ancora di più, se si considera che queste risorse costituiscono un deficit, aumentano un deficit che pagheremo noi e pagheranno i nostri figli, quindi con un orizzonte temporale che va ben oltre questa legislatura.
Voi state impegnando gli italiani anche per gli anni che verranno e non siete nelle condizioni di affrontare un dibattito con tutte le forze parlamentari presenti in quest’Aula. Io credo che qualche domanda chi siede tra i banchi del Governo se la dovrebbe fare, perché sono provvedimenti che, oltre a noi, tutte le categorie interpellate bocciano come insufficienti.
Allora, se il coro è unanime rispetto a questi provvedimenti, come si fa ad andare avanti con tale pervicacia? È una mancanza di rispetto non solo, ovviamente, verso il partito che in questo momento rappresento, ma soprattutto nei confronti degli italiani!
Noi non ci stancheremo mai di denunciare questa cosa, non ci stancheremo mai di ascoltare i cittadini strada per strada, città per città, per far capire che dentro questo palazzo c’è chi li ascolta e che dentro questo palazzo c’è chi è in grado di codificare in emendamenti e in atti parlamentari le loro proposte. Ho fatto prima gli esempi di alcuni dei nostri emendamenti che sono stati approvati nel corso dei lavori del Senato. Naturalmente, potevano essere molti di più se solo vi fosse stata una maggiore apertura da parte di questa maggioranza.
Quindi, io ancora una volta concludo il mio intervento in discussione generale, nel poco tempo – ripeto – che abbiamo a disposizione prima che arrivi il Ministro a porre l’ennesima questione di fiducia. La mia domanda – e mi avvio a concludere, Presidente – a questo punto è soltanto una: di cosa avete paura? Se siete convinti della bontà dei vostri provvedimenti, perché continuate a porre la questione di fiducia? Purtroppo, temo che la risposta sia una sola: avete paura non solo del confronto con l’opposizione ma, ancora di più, vivete come un incubo l’approssimarsi della scadenza elettorale, data in cui finalmente gli italiani potranno mandarvi a casa .








