Il Presidente della Repubblica sarà eletto dai cittadini, cambiamo per sempre la storia di questa Nazione.
La riduzione del numero dei parlamentari apre ufficialmente la stagione delle riforme costituzionali nel nostro paese. Noi di Fratelli d’Italia crediamo infatti che sia giunto il momento di rivedere alcuni aspetti della Carta e renderla conforme alle esigenze dei nostri tempi. Tra le proposte per cui ci stiamo battendo ci sono l’introduzione di una legge elettorale che ridia la parola ai cittadini tramite le preferenze, l’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita e quella che, per la destra italiana, rappresenta da sempre la madre di tutte le riforme: la trasformazione dell’Italia in Repubblica Presidenziale.
Anni di inciuci e di accordi nei palazzi lontani dalle urne hanno fortemente delegittimato la politica di questo paese, allontanando sempre di più i cittadini dalle istituzioni. Noi pensiamo che la partecipazione sia il valore più bello per una Nazione libera e sovrana, per questo rifiutiamo esperimenti non ben definiti di democrazia diretta (vedi la piattaforma “Rousseau”) e ci fidiamo solo del voto dei cittadini. Non accettiamo lezioni da chi baratta sul tavolo delle trattative di governo le riforme istituzionali.
La nostra è una battaglia che viene da lontano, ma che crediamo debba adesso andare a compimento, per ricreare un legame stabile tra gli elettori e chi li rappresenta.
Nei giorni scorsi, abbiamo lanciato una petizione sul tema del Presidenzialismo, che in poco tempo è stata sottoscritta da migliaia persone. Un entusiasmo che ci oggi ci spinge fino alla Corte di Cassazione, per depositare la proposta di legge di iniziativa popolare che permetta agli italiani di eleggere il Capo dello Stato. Come annunciato da Giorgia Meloni, inizieremo subito a mobilitarci per la raccolta delle 50mila firme, necessarie per avviare l’iter del provvedimento. Lo faremo con spirito di servizio nei confronti di questa Nazione, consapevoli di stare realizzando il sogno di intere generazioni e di stare ridando dignità a una democrazia troppo spesso calpestata, negata e mortificata.








