Dopo il caso di Chiara, il Governo non può più fare finta di niente.
L’emancipazione femminile è una delle più grandi conquiste del secolo scorso, ma ad oggi si tratta ancora di un concetto molto astratto e pieno di contraddizioni. Lo sa bene Chiara, protagonista di un recente fatto di cronaca, che si è ritrovata a un passo dal licenziamento per la sola “colpa” di aver messo al mondo un figlio.
“Accetta la buonuscita o al tuo ritorno in azienda ti faranno morire” le era stato intimato dopo la nascita del bambino. Ma la giovane mamma non si è fatta scoraggiare ed è tornata a lavorare, nonostante il demansionamento e l’ostilità di dirigenti e colleghi. Vittima di un gioco al massacro, Chiara ha quindi deciso di far conoscere la sua storia a tutta l’Italia, per denunciare come – ancora oggi – molto spesso sia quasi impossibile essere madri e lavoratrici nello stesso tempo. Diritti calpestati, silenzio delle istituzioni, in un paese in cui parlare di “sostegno alla natalità” viene spesso tacciato di “bigottismo e oscurantismo medioevale”.
Noi di Fratelli d’Italia, però, sappiamo benissimo che aiutare le famiglie significa sostenere il cuore pulsante di questa Nazione, guardando al futuro. Allo stesso tempo siamo convinti che la piena libertà di una donna non si realizzi soltanto nella possibilità di abortire, ma anche nel non doversi ritrovare obbligata a scegliere tra un lavoro e un figlio.
Sono tutti capisaldi di cui io stessa mi sono fatta portavoce, presentando una serie di emendamenti alla Camera, totalmente ignorati dalle altre forze politiche. Primo fra tutti quello riguardante la piena attuazione della legge 194, affinché siano stanziati i fondi per aiutare le donne che scelgono di portare avanti la propria gravidanza. Alla stessa maniera, è importante per noi creare un programma di incentivi per quelle aziende che assumono neomamme e donne in età fertile. Al Governo abbiamo ribadito la necessità di avere asili nido gratuiti, aperti fino a tardi e nei mesi estivi, per permettere alle mamme di recarsi a lavoro, ma neanche su questo siamo stati ascoltati. Abbiamo proposto l’istituzione di un “reddito di infanzia“, con un assegno di 400 euro al mese per i primi sei anni di vita del bambino, da destinare alle famiglie con un reddito inferiore agli 80mila euro annui. Abbiamo infine chiesto detrazioni e deduzioni in base al quoziente familiare, per aiutare quelle coppie coraggiose che scelgono di sfidare le difficoltà e mettono al mondo dei figli.
Insomma, un programma molto articolato che la pattuglia parlamentare di Fratelli d’Italia è pronta a rimettere al centro del dibattito politico già nella prossima manovra finanziaria. Perché – come torneremo a ribadire in aula – uno Stato che pensa al futuro deve necessariamente investire sulla famiglia, e fare in modo che tristi episodi come quello di Chiara si verifichino mai più.