Resoconto stenografico
Grazie, Presidente, non vedo ancora in Aula il Ministro D’Incà, quindi, svolgerò il mio intervento con la serenità di chi sa che la fiducia verrà posta probabilmente dopo.
Ovviamente, oggi, io svolgo il mio intervento con la mascherina come da prescrizioni, nonostante abbia ricevuto tre dosi di vaccino, sia guarita dal COVID e non abbia nessuno intorno e questo perché? Perché le norme, le restrizioni che in questi due anni il Governo ha imposto agli italiani sono totalmente prive di alcun fondamento scientifico. Sono talmente assurde da non essere ormai più comprese dai cittadini che all’inizio hanno ricevuto attestati di stima per la grande responsabilità con cui sopportavano continue restrizioni, ma che, oggettivamente, oggi, non comprendono più come mai tutto il mondo, lo ripeto, tutto il mondo torni progressivamente alla normalità e noi, ancora, parliamo di proroghe dello stato di emergenza, parliamo di ulteriori restrizioni, parliamo di uno che è immutato. All’inizio della pandemia veniva detto: beh, quando arriveranno i vaccini… Sono arrivati i vaccini, ormai veleggiamo verso l’ipotesi addirittura di una quarta dose e ancora continuiamo a tenere la mascherina come se fosse la panacea di tutti i mali.
Allora, se nel nostro ordinamento è prevista una durata di 12 mesi, prorogabile una sola volta, per lo stato di emergenza, evidentemente un motivo ci sarà; non è che le previsioni arrivano noncuranti di ciò che possa accadere, soprattutto in casi limite come quello delle emergenze. Tuttavia, questo periodo particolare che doveva servire per fronteggiare situazioni imprevedibili ed eccezionali, evidentemente, non è stato sfruttato appieno da questo Governo sostenuto da una maggioranza talmente ampia da rendere francamente incomprensibile il continuo ricorso a questioni di fiducia. L’unica spiegazione che io provo a dare ai nostri elettori, quando ci raggiungono per chiedere come mai il Parlamento ormai lavori soltanto per questioni di fiducia, l’unica risposta che riesco a immaginare, è che la maggioranza più ampia che la storia della Repubblica italiana ricordi è, in realtà, una maggioranza talmente eterogenea da contenere al suo interno tutto e il contrario di tutto. Ecco perché si fugge continuamente dalla prova dell’Aula, nascondendosi dietro l’ennesima questione di fiducia che a breve sarà posta.
Questo non va bene quando, nascondendosi dietro il paravento dello stato di emergenza, si continua inopinatamente a sopprimere e a comprimere diritti costituzionali che dovrebbero essere tutelati al di là di ogni situazione.
Questo non va bene e Fratelli d’Italia lo ha detto più volte, lo ha detto affiancando alle proteste tutta una serie di proposte. Basterebbe scorrere i fascicoli degli emendamenti di ciascuno di questi provvedimenti – che noi abbiamo esaminato nelle Commissioni di merito e, ovviamente, non in quest’Aula, perché veniva posta sempre la questione di fiducia – per verificare tutte le proposte che Fratelli d’Italia, di volta in volta, ha fatto, a partire dalla ventilazione meccanica nelle scuole che è stata virtuosamente adottata da un paio di regioni, credo Marche e Sicilia, e che adesso finalmente viene presa in considerazione anche a livello centrale, dopo due anni in cui la generazione di studenti di questo periodo si è trovata a dover fronteggiare un , questa didattica a distanza perenne che ha aumentato i fenomeni di disagio giovanile e ha inevitabilmente compromesso il corretto andamento del lavoro scolastico.
Credo, allora, che questo Governo e questa maggioranza debbano, prima di ogni altra cosa, fare un nei confronti degli italiani. Noi oggi ci ritroviamo a discutere, stiamo facendo un esercizio di lavori d’Aula – perché sappiamo tutti che a breve verrà posta la questione di fiducia – ma il tema vero è: ha un senso, oggigiorno, dopo due anni dall’inizio di questa pandemia, continuare a sottrarsi al confronto con l’unica forza di opposizione, che peraltro continua con i propri emendamenti a fare delle proposte molto semplici e precise, sia sotto il profilo delle misure che dovevano servire a prevenire la diffusione così poderosa sia sotto il profilo delle cure che dovevano intervenire dopo? Tutto questo è stato puntualmente disatteso.
Ho fatto all’inizio del mio intervento l’esempio, che ovviamente mi riguarda personalmente, delle restrizioni che continuo ad affrontare munita di super mega iper grande di fantozziana memoria, quando si riferiva al direttore. Addirittura, colmo dell’ipocrisia, per entrare in questa stessa Aula, in occasione del giuramento, mi sono sottoposta a tampone per avere uno riservato solo ai parlamentari e ai grandi elettori che dovevano accedere a quest’Aula, a dimostrazione che le vostre misure non servono a niente.
Infatti, una persona che ha tre dosi, è guarita, deve fare pure il per accedere in un luogo che non ha distanze inferiori a quelle in cui vivono e lavorano tantissimi nostri concittadini. Perché deve fare il tampone? Queste misure non servono a niente, lo sapete pure voi, è tutto un festival dell’ipocrisia quello che accade in quest’Aula. Noi continuiamo con, dai numeri che vengono diffusi a livello centrale, circa il 90 per cento di soggetti che hanno ricevuto il vaccino, 95 per cento se contiamo anche i guariti. E allora che senso ha continuare con norme assolutamente confuse e confusionarie? Perché poi generano nei cittadini un assoluto senso di stordimento rispetto alle prescrizioni che sono in vigore. Che senso ha continuare con provvedimenti come questo decreto che oggi dobbiamo convertire, continuando a confondere i cittadini, che ormai hanno bisogno di un manuale per capire se, come e quando possono andare a fare la spesa, possono andare al cinema, possono andare a teatro, possono viaggiare? Perché ovviamente noi stiamo incentivando – e questo lo constato con grande amarezza in una nazione che ha sempre avuto il turismo tra i comparti che producono una considerevole fetta del nostro PIL – con questo provvedimento la fuga dei turisti verso le altre regioni, verso le altre nazioni del Mediterraneo e del Sud Europa.
Perché ovviamente la confusione, la percezione dall’estero che in Italia le norme cambino ogni dar di passo non favorisce un comparto come quello turistico, dove vi è la necessità di programmazione. Questo la maggioranza e il Governo lo dovrebbero sapere, eppure decidono di sacrificare proprio un comparto che produce una considerevole fetta del nostro PIL. È evidente che si tratta di una scelta di metodo, colpire l’economia reale laddove essa funziona. Noi a tutto questo ci opponiamo, lo facciamo con questi interventi che, ahimè, serviranno soltanto a procrastinare, probabilmente di qualche ora, la certa posizione della questione di fiducia.
Noi oggi assistiamo in tutto il mondo a scelte oculate, a scelte di speranza, a scelte di coraggio di territori che decidono di uscire da questo lungo tunnel per consentire una ripresa.
Non si capisce perché in Italia continuiamo a ragionare di conversione di decreti risalenti a diverse settimane orsono, quindi che fotografano una situazione che non è nemmeno quella di oggi, e lo facciamo con la pervicacia di un Governo che non è intenzionato ad ascoltare non solo l’opposizione, ma nemmeno il mondo reale, nemmeno quell’Italia che sta fuori da questo palazzo e chiede altro rispetto a ciò che questo provvedimento mette in campo nel momento della sua conversione.
Avevamo chiesto di potenziare il trasporto pubblico per evitare di creare questi veicoli di contagio, oltre che i mezzi di trasporto, e questo non è stato fatto. Si è deciso di scaricare sui singoli, sulle famiglie, sulle imprese e sui lavoratori il peso della gestione di questa pandemia. Noi tutto questo lo abbiamo trovato francamente inaccettabile. Abbiamo assistito a scene che evocavano una certa dimensione emotiva: stiamo distanti a Natale per riabbracciarci a Pasqua, poi stiamo distanti pure a Pasqua per provare a riabbracciarci a Ferragosto , e alla fine abbiamo soltanto contato le ondate che, implacabili, si sono abbattute sulla nostra Nazione.
Questo perché evidentemente qualcosa non funziona, evidentemente gli strumenti messi in campo non hanno funzionato. Ricordo che fece tanto scalpore e destò la soddisfazione della maggioranza di allora scoprire che in Austria avevano appeso un manifesto con la frase dell’allora Premier Giuseppe Conte: rimaniamo distanti oggi per riabbracciarci domani. Forse l’unica frase degna di essere ricordata dei due Governi Conte. Ebbene, oggigiorno, con un Governo che opera in assoluta continuità, che replica gli stessi provvedimenti, nonostante si sia autoqualificato come Governo dei migliori per segnare una cesura con chi lo aveva preceduto, ebbene, rispetto a tutto questo noi non possiamo fare altro che continuare a stare sulle barricate, in senso ovviamente metaforico, per ribadire ancora una volta che stiamo dalla parte degli italiani, stiamo dalla parte degli imprenditori, stiamo dalla parte delle famiglie che hanno il desiderio di ripartire e di farlo in sicurezza, dopo avere rispettato tutte le prescrizioni, in larga parte fallimentari, che questi Governi di volta in volta hanno imposto .








