Alcuni sindaci, incapaci di dare risposte ai propri cittadini, sono, in queste ultime ore, in rivolta contro il decreto sicurezza, a cominciare dal sindaco Leoluca Orlando, il quale, con una nota inviata all’ufficio anagrafe, ha dato disposizione di non applicare a Palermo le misure della legge messa a punto dal Ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Questa mattina, in collegamento con la trasmissione “Omnibus”, in onda su La7, ho ricordato ad Orlando che, sospendere la norma, non rientra tra i suoi poteri e che le sue esternazioni sono soltanto un tentativo, peraltro maldestro, di distogliere l’attenzione dalla pessima amministrazione che sta portando avanti.
A Palermo non esiste alcun allarme legato al razzismo: i cittadini sono, semmai, esasperati dalla diffusa invivibilità, a partire dal mancato funzionamento della raccolta dei rifiuti, da trasporti pubblici inesistenti e da un’emigrazione continua di migliaia di palermitani, ai quali Orlando, al suo quinto mandato non consecutivo, ha tolto ogni speranza di un futuro nella propria città.
Quello del sindaco di Palermo è il tentativo di utilizzare un’arma di distrazione di massa rispetto alle numerosissime emergenze che caratterizzano il contesto urbano: per i palermitani la decisione di sospendere la misura che vieta ai cittadini stranieri di iscriversi all’anagrafe non è certo una priorità.
Lo sono, semmai, oltre ai disservizi nella raccolta dei rifiuti, anche i trasporti pubblici al collasso, la chiusura ormai quotidiana di esercizi commerciali e delle attività produttive, l’inadeguatezza di alcuni uffici tecnici comunali che dovrebbero interloquire serratamente con i cittadini, a partire dal polo tecnico.
La protesta di Orlando, complice della decimazione di un’intera generazione di palermitani, quella dei trenta – quarantenni senza un futuro occupazionale, ancora una volta, è finalizzata a ottenere la solita ribalta mediatica.
In merito alle politiche sull’immigrazione e sulla sicurezza, Fratelli d’Italia ha sostenuto questo provvedimento, pur rilevandone le tante lacune, e continua a portare avanti la propria opposizione coerente e patriottica su molti altri punti: sul global compact, nello specifico, siamo ancora in attesa di una risposta chiara e precisa da parte dell’esecutivo.








