In questi giorni ho presentato un’interrogazione parlamentare al ministro per i Beni culturali, Alberto Bonisoli, citando la legge 4 agosto 2017, n. 124, per permettere, a chi consulta un documento d’archivio o un volume a stampa in biblioteca, non più coperto da diritto d’autore, di riprodurlo liberamente come accade nei musei pubblici dal 2014.
Con la suddetta legge gli studiosi e tutti gli interessati, nel rispetto del diritto d’autore, hanno la possibilità di fotografare i volumi storici ed i documenti conservati negli archivi di Stato e nelle biblioteche di tutta Italia, purché le riproduzioni siano eseguite, senza flash e senza treppiedi, con dispositivi a distanza che non determinino contatto diretto con il supporto.
L’archivio di Stato di Palermo nega a tutt’oggi questo diritto e vincola la possibilità di scattare fotografie con mezzi propri ad una formale richiesta di autorizzazione preventiva da parte dell’utente che viene spesso rigettata per asserite e comunque non verificabili dall’utenza ragioni di tutela dei documenti.
Chi si reca all’archivio di Stato di Palermo si trova nell’impossibilità di poter ricorrere al mezzo proprio per la riproduzione della documentazione già liberamente consultabile dagli utenti nella propria postazione.
Più volte gli utenti dell’archivio di Stato di Palermo hanno rappresentato alla direzione tale anomalia, sollecitando peraltro il ministero competente per materia a vigilare affinché l’archivio di Stato di Palermo si adegui alle normative vigenti ed applicate pressoché uniformemente, per questo, chiedo quindi al Mibac se sia a conoscenza dei fatti riportati e quali iniziative ritenga opportuno adottare per far sì che anche l’archivio di Stato di Palermo operi in conformità alla legge 4 agosto 2017, n. 124.