Ritengo assurda e rischiosa per la salute delle donne la proposta di permettere interruzioni di gravidanza ‘fai da te’, in un momento così difficile per il nostro paese.
La crisi sanitaria che la nostra Nazione sta affrontando in questi mesi sta mettendo a dura prova la tenuta dell’intero paese sotto tanti punti di vista. Così, in un momento tanto drammatico e complicato, c’è che pensa a riproporre le proprie battaglie ideologiche, in barba ai rischi per la salute delle donne che queste possano comportare.
E’ il caso dell‘aborto “fai da te”, che certa sinistra (dalla Boldrini a Saviano) è tornata a rivendicare in questi giorni, negando di fatto lo stesso contenuto della legge 194 e mettendo a rischio la salute delle donne. In sintesi, riscontrando difficoltà nel potersi recare in ospedale per interrompere volontariamente la gravidanza, si propone di somministrare a domicilio la pillola abortiva ru486, anche fino alla nona settimana di gravidanza. Una proposta che ritengo assolutamente pericolosa dal momento che tale farmaco presenta diversi rischi per la salute delle donne, tanto da essere somministrato in regime di day hospital nei nosocomi italiani.
Dalle sinistre che oggi auspicano una sorta di “fai da te” casalingo, riceviamo l’auspicio di un inspiegabile ritorno al passato, con un’idea che strumentalizza l’emergenza sanitaria affrontata dall’Italia in questo momento. Rivendicazioni ideologiche del tutto anacronistiche. Mai come adesso, invece, lo Stato dovrebbe fornire supporto alle donne, potenziando i consultori, sostenendo i Centri di Aiuto alla Vita, affinché le stesse vengano poste nella condizione di poter scegliere il diritto alla vita e ricevere tutto l’aiuto necessario.
Così prescrive, infatti, la prima parte della legge 194 del 1978, contenente misure a tutela della maternità e alla promozione di pratiche volte a disincentivare l’interruzione di gravidanza. Ancora una volta le sinistre italiane non si smentiscono: in piena emergenza coronavirus la loro priorità è l’aborto a domicilio!






