Da palermitana, prima ancora che da parlamentare, rivolgo un pensiero di vicinanza alle famiglie delle due persone che ieri pomeriggio hanno perso la vita a causa degli allagamenti creatisi per il nubifragio che ha colpito Palermo. Nel 2020 non è ammissibile morire in piena città, per una bomba d’acqua durata qualche ora.
Auspico quindi che la Procura apra un fascicolo per verificare se siano state responsabilità omissive, magari reiterate nel corso degli anni a provocare questi allagamenti. L’accertamento di eventuali responsabilità è un atto dovuto nei confronti delle vittime, dei familiari e di quanti hanno riportato danni dagli allagamenti.
Quello di ieri è stato un giorno amaro per la città di Palermo. Il 15 luglio, che solitamente vede tutti i palermitani uniti nelle celebrazioni civili e religiose in onore di Santa Rosalia, per il 2020 verrà ricordato per la grande tragedia che ha colpito la città. Il maltempo ha causato in poche ore danni per centinaia di migliaia di euro e i soccorsi non sono ancora ufficialmente conclusi, in un capoluogo ormai deturpato da anni di scellerata speculazione edilizia.
Come ho dichiarato intervenendo in Aula alla Camera, sulla prevedibilità di un tale disastro sarà la Procura a fare luce. Alla politica però spetta il compito di farsi qualche domanda e dare risposte concrete a intere generazioni di palermitani, che da decenni aspettano un cambiamento.
È ora che una città disastrata e abbandonata possa voltare pagina. Serve chiarezza su quanto accade da tempo nelle nostre strade, senza indecorosi scarica barile che calpestano la dignità di ogni singolo cittadino e offendono la memoria delle vittime. Chiedo che il Parlamento impegni il Governo nel dare vicinanza a Palermo e che si valuti la proclamazione dello stato di calamità, con aiuti concreti a quanti hanno subito danni economici da questa tragedia.







