Benissimo il rinvio deciso in queste ore della normativa europea in virtù della quale l’Unione avrebbe voluto bloccare, a partire dal 2035, la vendita di auto a benzina e diesel. La legge, il cui scopo era favorire le auto elettriche nell’ottica della sostenibilità ambientale, era stata approvata dal Parlamento europeo a febbraio, ma per fortuna si è deciso di rimandarne l’applicazione. Per fortuna perché la misura, frutto di posizioni ideologiche, avrebbe rappresentato un grosso problema per le imprese produttrici di auto.
Il governo Meloni, tra i primi ad opporsi, è sempre stato molto chiaro su questo punto e si è impegnato nella difesa delle aziende italiane, che sarebbero state seriamente messe in difficoltà dall’entrata in vigore delle disposizioni europee in questione.
Una posizione, quella del nostro esecutivo, ben espressa dalle parole del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, che in una nota ha spiegato che “l’Italia sostiene che i target ambientali vadano perseguiti attraverso una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa, pianificata e guidata con grande attenzione per evitare ripercussioni negative per il Paese, sia sotto l’aspetto occupazionale che produttivo”. Il ministro ha poi aggiunto che la scelta dell’elettrico non deve “rappresentare l’unica via per arrivare a zero emissioni”: c’è infatti anche “l’utilizzo di carburanti rinnovabili, compatibili con i motori termici” che “contribuirà a una riduzione delle emissioni senza richiedere inattuabili sacrifici economici ai cittadini”. Condivido in pieno e mi auguro che tutti i governi comprendano l’importanza di agire senza farsi guidare dall’ideologia green e tenendo conto della sostenibilità economica e sociale delle proposte.






