Un territorio sempre più dimenticato dalla politica nazionale.
Torniamo a parlare dell’isola di Lampedusa, un tempo tra le località turistiche più scelte nel nostro paese, oggi diventata simbolo di quell’Italia che si piega all’immigrazione incontrollata e cede ai diktat di un’Europa sempre più lontana. Ma il continuo afflusso di migranti irregolari non è l’unico problema che affligge questo territorio: già da tempo – infatti – i residenti lamentano le pessime condizioni in cui è tenuto il mare dell’isola, nel silenzio totale di quelle istituzioni nazionali che tanto parlano di “ambientalismo”.
A Lampedusa, infatti, molte delle cosiddette “carrette del mare” (imbarcazioni fatiscenti) provenienti dal nord Africa vengono sequestrate e lasciate ad ormeggiare per mesi e mesi. Con l’avvento del maltempo capita spesso che molte di queste barchette vengano sommerse dall’acqua del mare, inabissandosi sul fondale. Tra l’altro, recentemente, una di esse è affondata rilasciando diversi litri di gasolio in mare. Un vero e proprio disastro ambientale che rischia di dare il colpo di grazia a un territorio che vede la propria vocazione turistica continuamente compromessa dalle scelte politiche di chi ci governa.
Per tutte queste ragioni, ho recentemente chiesto al Governo nazionale di interessarsi della questione, per fare in modo che, durante i prossimi mesi invernali, il numero dei relitti che inquinano le acque di Lampedusa cresca ancora. Occorre intervenire presto per ripulire i fondali dell’isola ed evitare che il maltempo affondi ulteriori carrette. Mi auguro, infine, che la magistratura intervenga in breve tempo, per accertare le responsabilità di quanto sta accadendo.
Il rilancio di Lampedusa può avvenire solo grazie a un impegno concreto delle istituzioni. Noi di Fratelli d’Italia facciamo già e continueremo a fare la nostra parte, sperando che anche le altre forze politiche diano il proprio contributo.








