Nel trentasettesimo anniversario dalla morte del generale ucciso a Palermo da Cosa nostra.
Anche quest’anno ho preso parte alla commemorazione, in ricordo del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, fiero uomo di Stato che sacrificò la sua esistenza contrastando le Brigate rosse, il banditismo e Cosa nostra. Quella mafia che il 3 settembre del 1982, a Palermo, lo assassinò brutalmente insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente della scorta Domenico Russo.
A distanza di tanti anni, le raffiche di Kalashnikov partite da una BMW segnano ancora una ferita aperta nella storia della Sicilia e dell’Italia tutta. Quei proiettili non hanno colpito soltanto un servitore di questa Nazione, ma sono arrivati al cuore di tutti gli italiani che hanno combattuto e che combattono nella loro quotidianità contro l’illegalità e la criminalità, sperando di lasciare ai propri figli un paese migliore.
Piemontese d’origine, Dalla Chiesa era stato trasferito a Palermo dopo una brillante carriera nell’arma dei Carabinieri e in Prefettura, avendo esercitato in diverse città d’Italia. Fu il governo Spadolini a portarlo in Sicilia, auspicando che il Generale riuscisse nella lotta alla mafia, così come aveva fatto in precedenza contro le Brigate rosse. Ma Dalla Chiesa si ritrovò presto solo, isolato in una terra a lui sconosciuta e avversa ma dove non rinunciò alla lotta, neanche quando cominciò a capire i pericoli che lo circondavano. Conosceva i rischi del suo lavoro (“La mafia colpisce chi è solo” affermò in una delle sue ultime interviste) ma lui stesso sapeva che solo agendo con coraggio e determinazione avrebbe potuto lasciare un segno tangibile nella storia di questa terra.
Poche ore dopo la strage di via Carini, sede del brutale omicidio, una mano anonima pose lì un cartello con la scritta “Qui è morta la speranza dei palermitani“. Un segnale che la Sicilia onesta era stata accanto a lui che sperava in quell’uomo venuto da lontano per il riscatto di questa morale di questa terra. In quella frase trova forza ancora oggi il mio impegno da palermitana e da donna delle istituzioni, affinché la speranza di chi crede nella legalità sia una fiamma sempre ardente e mai domata. Serve memoria delle gesta di questi eroi nazionali e non accetteremo mai il boicottaggio di chi ne fa ancora una vittima di serie b. E’ sul sangue di uomini come Dalla Chiesa che si sta costruendo il futuro della nostra Nazione e noi saremo sempre pronti a portare avanti le sue idee e il suo impegno per la Sicilia e per l’Italia.








