Il ‘nuovo’ movimento è soltanto il mezzo con cui Pd, sinistra e M5S tentano di rifarsi il look.
Sembrano “creature” spuntate dal nulla, ma basta conoscere un minimo la storia recente per capire di cosa si tratti realmente. Sono gli elettori del Pd, della sinistra, del Movimento 5 stelle, rappresentanti di un sistema di potere ormai logoro, adesso in cerca di una nuova verginità politica vestendo i panni delle “sardine”. “Un movimento spontaneo di giovani” lo ha presentato con stucchevole entusiasmo la stampa nazionale e internazionale, ma dietro questa ritrovata mobilitazione c’è sempre quella sinistra incapace e contraddittoria, che teme di perdere le elezioni.
Il movimento nasce infatti con l’intento di impedire al Centrodestra di vincere nelle imminenti consultazioni regionali in Emilia Romagna, un territorio storicamente appannaggio della sinistra in tutte le sue evoluzioni e declinazioni, che da settant’anni plasmano la macchina amministrativa della regione a propria immagine e somiglianza.
Così, data l’inefficienza del continuo bombardamento mediatico ai danni del Centrodestra, il Pd e gli alleati si sono dovuti inventare le “sardine”: giovani dalla faccia pulita e pieni di slogan, dietro ai quali si celano – neanche troppo velatamente – gli amministratori, i parlamentari, gli esponenti e i guru di quel Centrosinistra, che mai avrebbe il coraggio di scendere in piazza con i propri simboli (forse cosciente del fatto di essere stato abbandonato da gran parte degli elettori).
Sembra di tornare indietro nel tempo, quando la stampa riempiva le colonne dei giornali per esaltare le gesta dei “girotondi” prima e del “popolo viola” dopo. Entrambe le esperienze furono presentate come “svolte storiche” nella politica italiana, entrambe fallirono miseramente. Allora, come oggi accade con le “sardine”, l’unico collante era l’odio nei confronti dell’avversario politico: zero proposte per il paese, zero attenzioni per i problemi reali dell’Italia, zero rispetto per l’avversario.
Dicono di voler combattere la “politica dell’insulto“, ma insultano chi non la pensa come loro; sostengono di essere maggioranza nel paese e di credere nella democrazia, ma non voglio andare a votare; rivendicano di essere “apartitici“, ma hanno tra di loro la peggior classe dirigente degli ultimi anni, colpevole dei più grandi disastri ai danni di questa Nazione. Cantano “Bella ciao”, confermando la plastica incapacità di andare oltre gli anni ’40 del secolo scorso, ma senza aver chiara un’idea del paese che verrà.
Per tutte queste ragioni, pur rispettando chi scende in piazza a manifestare (anche se qui i motivi non sono chiarissimi), crediamo che ben presto anche le “sardine” andranno incontro al fallimento, fagocitate da quella stessa sinistra che non ha mai saputo dare risposte concrete ai problemi dell’Italia e non sembra essere disposta a cambiare strada.








