I dati ISTAT dimostrano che sempre più persone con disabilità vivono con la famiglia d’origine. Questa è il luogo in cui vengono assistite in modo continuativo e ciò comporta oneri, non solo di natura economica, a carico dei conviventi. L’onere della prestazione del lavoro quotidiano di cura e assistenza richiede impegno e determina uno stress fisico e psicologico notevole a cui deve essere riconosciuta l’equiparazione ai lavori usuranti; lo stesso vale per i familiari che si prendono cura degli ammalati di Alzheimer. Questa proposta di legge, di cui sono prima firmataria, prevede la possibilità per i lavoratori e le lavoratrici che assistono una persona disabile con invalidità pari al 100 per cento all’interno della famiglia, ossia una persona che abbia necessità di assistenza continua, oppure una persona affetta dal morbo di Alzheimer, di accedere al prepensionamento nella misura di tre mesi per ogni anno di assistenza prestata.
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- Disposizioni per il riconoscimento dell’accesso anticipato al trattamento di quiescenza previsto per lavori particolarmente usuranti in favore dei lavoratori che prestano attività di assistenza e cura a familiari disabili o affetti dal morbo di Alzheimer (Atto Camera: 1975)







