L’ergastolo ostativo rappresenta un passaggio fondamentale nella lotta alla mafia. L’Italia ha pagato un elevatissimo tributo di sangue sacrificando per questa lotta i suoi uomini e donne migliori. Anche solo immaginare che si possa eliminare l’ergastolo ostativo significa dare l’immagine di uno Stato che arretra e, si sa, quando lo Stato arretra la mafia avanza. L’abolizione dell’ergastolo ostativo, pertanto, non può trovare spazio nell’agenda politica e nemmeno nel dibattito di attualità. È una norma pienamente legittima in un contesto, come quello italiano, in cui la lotta alla criminalità organizzata di stampo mafioso ha sempre avuto carattere di straordinarietà.
Benissimo dunque l’approvazione del primo decreto, con cui si conferma la volontà del Governo di non arretrare di un solo centimetro nella lotta a tutte le mafie.
Impensabile la concessione di benefici a chi non dimostri con atti concreti di aver rescisso ogni legame con l’ambiente criminale di provenienza.
Già nella scorsa legislatura Fratelli d’Italia aveva ribadito anche con propri emendamenti la necessità che il legislatore non si allontanasse dal solco tracciato dalle intuizioni di grandi magistrati antimafia come Falcone e Borsellino.
Su questo tema ripartiamo col piede giusto, restituendo la parola al legislatore.






