“La piaga del sovraffollamento carcerario non si risolverà con l’edilizia penitenziaria insufficiente in seno al Pnrr e non vorremmo che la soluzione immaginata dal governo fosse un altro svuota carceri a cui siamo assolutamente contrari.
Ci vuole una visione a lungo termine: occorre valorizzare l’operato della Polizia Penitenziaria garantendo turn over e adeguate condizioni lavorative. Dobbiamo tutelare gli agenti, affinché davvero possano essere fieri della loro divisa, non possono continuare a subire le intimidazioni e le aggressioni dei detenuti come quella avvenuta ieri dal boss Leoluca Bagarella nel penitenziario di Sassari”.
L’ho dichiarato oggi in Aula alla Camera, intervenendo sull’informativa del ministro Cartabia sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Qui di seguito il testo completo del mio intervento e il link per vedere il video
https://webtv.camera.it/evento/18775#
AULA, Seduta 544 – Cartabia in Aula sui fatti di Santa Maria Capua Vetere
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, signor Ministro, io intervengo con un tono che è assolutamente consono al tema che stiamo trattando, che richiede approfondimento. Un approfondimento che, a mio avviso, mal si concilia con un sommario processo di piazza, senza contraddittorio, fatto ai danni degli agenti di Santa Maria Capua Vetere, che, certamente, sono chiamati – giustamente aggiungo – a rispondere dei fatti contestati nelle sedi opportune.
Noi siamo certi che a loro sarà garantito un processo equo, nei tempi ragionevoli e chiunque sarà ritenuto responsabile di fatti gravi, come quelli descritti, dovrà pagare.
Di fronte alle etichette di garantista o giustizialista, io amo definirmi garantista fino al terzo grado di giudizio e per la certezza della esecuzione della pena, dopo. È questo l’aspetto che, a mio avviso, richiede un approfondimento in questa sede, poiché la sua informativa spazia anche sugli aspetti che riguardano la vita all’interno degli istituti penitenziari italiani che io ho la fortuna di conoscere, prima che come parlamentare, in ragione della mia professione; ho conosciuto gli istituti penitenziari femminili e minorili, ovviamente quelli ordinari. Signor Ministro, lei ha usato una frase molto importante, quando ha parlato degli atti intimidatori che quotidianamente gli uomini e le donne che vestono la divisa della Polizia penitenziaria subiscono all’interno degli istituti italiani. Da ultimo, più che un atto intimidatorio, una vera e propria aggressione da parte di un boss mafioso, come Leoluca Bagarella che, nella giornata di ieri, si è sentito nella libertà di aggredire un agente della Polizia penitenziaria. Lei, signor Ministro, ha detto che devono essere fieri della divisa che indossano. Verissimo, non devono lasciarsi intimidire.
Ma come si fa a chiedere questo ulteriore sforzo a questi uomini e a queste donne, a fronte di continue tensioni la cui causa principale o, comunque, concausa noi ascriviamo a quel meccanismo della vigilanza dinamica che tanta tensione ha creato ? Come si fa ad essere fieri e a non lasciarsi intimidire a fronte di una perenne, cronica carenza di organico che affligge la Polizia penitenziaria? Vede, signor Ministro, io spero di averla a Palermo, a visitare un carcere, come quello dell’Ucciardone, per sentire dalle sue parole se è normale che in uno Stato, che si presume di diritto, siano costretti a lavorare e a raggiungere le garitte attraverso scale arrugginite, sotto il cocente sole palermitano, in assenza di qualsivoglia rimedio che garantisca una condizione normale. Credo che le strutture carcerarie italiane meritino una valutazione diffusa e approfondita. Per questo, non posso che stigmatizzare la volontà di questa maggioranza per non aver ancora fatto partire i lavori dell’apposito comitato che dovrebbe costituirsi in seno alla Commissione giustizia, del quale il mio partito mi ha chiesto di far parte. Sono certa che i parlamentari possano dare un contributo importante a questo approfondimento che, certamente, non può essere unidirezionale, un approfondimento che deve riguardare tutti gli aspetti della vita in carcere.
Sul sovraffollamento, come per ogni argomento relativo a questa pandemia, Fratelli d’Italia ha fatto i dovuti approfondimenti. Abbiamo rilevato, grazie ai dati diffusi, tanto dal Ministero della Giustizia, quanto da importanti associazioni che operano nel settore, il problema del sovraffollamento in termini di numeri. Il sovraffollamento pre-pandemia rassegnava una necessità di aumento di circa 15 mila posti. Secondo le stime di una associazione, l’associazione Antigone, la costruzione di 15 mila nuovi posti richiederebbe circa 375 milioni di euro, cifra che noi non vediamo nel PNRR. Gli 8 padiglioni dei quali lei ha parlato a stento potranno contenere, sempre secondo i dati diffusi, circa 1.000 detenuti. Quindi, il problema del sovraffollamento non si risolverà con l’edilizia penitenziaria in seno al PNRR e non vorremmo che la soluzione fosse un altro provvedimento “svuota carceri” al quale noi ci dichiariamo fermamente contrari. Sicuramente, ci vuole una visione a lungo termine, per risolvere il problema delle carceri italiane, ci vuole una visione a lungo termine che passi dall’implementazione dell’organico, ci vuole una visione a lungo termine che passi dagli strumenti per rendere effettivo il fine rieducativo della pena, che, a nostro avviso, non è ovviamente la vigilanza dinamica, ma è un impegno diverso dei detenuti. Ci vuole, in una sola parola, che lo Stato torni a fare lo Stato . Questo serve per risolvere il problema delle carceri.
Noi auspichiamo, quindi, che, a questa sua informativa, seguano provvedimenti immediati, fra tutti un importante tra il personale della Polizia penitenziaria, affinché quel problema, che lei correttamente ha rilevato e che tutti i sindacati denunciano, dell’innalzamento dell’età media, venga presto risolto, anche perché la carenza d’organico chiede, spesso, a queste persone uno sforzo in più in termini di turni, l’uno dopo l’altro, e di permanenza oltre il monte ore previsto, con straordinari che, ahimè – è bene dirlo – spesso vengono pagati con grande ritardo. Se la motivazione di ciascun lavoratore va coltivata dallo Stato, sicuramente un , nuove assunzioni e la possibilità per queste persone di svolgere al meglio un lavoro che, di per sé, è altamente usurante, e in queste condizioni, ovviamente, lo diviene ancora di più, è uno sforzo che, in questa fase, l’Italia deve fare.
Signor Ministro, Fratelli d’Italia – mi avvio, Presidente, alla conclusione -, come dicevo in questi pochi minuti, ha cercato di fare un approfondimento. Abbiamo provato, anche attraverso le nostre conoscenze, di capire quali siano i problemi. Continuiamo a ritenere necessario un intervento che non passi dalla strumentalizzazione al contrario di fatti come quello, gravissimo, di Santa Maria Capua Vetere, rispetto al quale noi attendiamo la pronuncia dell’autorità giudiziaria, ma che tenga conto della dignità degli uomini e delle donne della Polizia penitenziaria .







